State preparando il vostro viaggio a Lisbona e siete curiosi di sapere come e cosa mangiare e quali siano i piatti tradizionali? Bene, questo è l'articolo che fa per voi.
Sappiamo bene, che la cucina è una delle tematiche forse tra le più delicate che si affronta con gli italiani e spesso, in un confronto, il discorso termina senza possibilità di replica con un: “si ma gli italiani lo fanno meglio!”.
Ora, senza voler entrare in merito a questa conversazione, voglio darvi tutte le indicazioni per arrivare preparatissimi ad affrontare e capire la cucina portoghese.
Quindi, prima di enunciare le centinaia di ricette tradizionali che potrete provare a Lisbona, voglio raccontarvi come si mangia e a cosa dovete prepararvi per una totale immersione e comprensione dei sapori e profumi dei piatti tradizionali portoghesi.
Il mio consiglio è di iniziare da una tasca, la classica trattoria a gestione familiare, normalmente chiusa il sabato sera e la domenica.
Si tratta di localini con pochi tavoli, decorazioni semplici e tovaglie di carta sui tavoli.
Ma andiamo per ordine, scegliamo la nostra trattoria, iniziamo con gli antipasti e con il primo avvertimento.
Una volta accomodati a tavola, il cameriere vi porterà il menù, il pane, le olive, un formaggino e del burro salato, a volte, in alcune trattorie tradizionali, troverete tutto già in tavola. Per noi, ciò che ho elencato, sarebbe incluso tutto nel famoso coperto, ma, fate attenzione, in Portogallo generalmente il coperto non esiste e a fine pasto, tutto ciò che assaggerete, lo ritroverete nel conto.
Quindi, se voleste saltare tutti o alcuni tra gli antipasti proposti, basterà comunicarlo al cameriere che ritirerà i piatti non graditi con la stessa nonchalance con cui li ha posti in tavola.
Se invece siete curiosi di assaggiare gli antipasti più sfiziosi, eccone alcuni: tra i più comuni troviamo le olive, buonissime, normalmente condite con aglio, olio e timo.
Segue il formaggio, a Lisbona troviamo spesso l’Azeitão DOP. Si tratta di un formaggio di latte di pecora dal cuore cremosissimo, perfetto da provare spalmato su una fetta di pane tostato.
Come giustamente ci indica il nome, viene prodotto ad Azeitão una cittadina a trenta minuti in auto da Lisbona. È un formaggio adatto anche ai vegetariani, viene infatti prodotto con il caglio vegetale, estratto dai fiori di cardo.
Tra gli insaccati, regna sovrano lo chorizo assado, una salsiccia dalla tradizionale forma a ferro di cavallo, preparata con carne di maiale, che viene messa a macerare per un intero giorno in un mix di spezie composto da sale, aglio, peperoncino e paprica.
Viene preparato flambé, su una caratteristica griglia in terracotta, la chouriceira.
La cottura, molto coreografica, viene fatta davanti ai vostri occhi.
Anche la zuppa, che troverete sempre per prima nel menù, viene considerato un'antipasto.
Ma passiamo subito ai secondi.
“Hai dimenticato i primi!” direte voi. Vi assicuro che non si tratta di una vera e propria dimenticanza, dovete sapere che il primo piatto, come lo intendiamo in Italia, in Portogallo non esiste, esiste invece un unico piatto principale.
In tavola, troverete un mix tra la cucina atlantica e mediterranea, che comprende carne, pesce (il baccalà e le famose sardine, sono protagonisti indiscussi), frutti di mare, grandi quantità d’olio d'oliva di ottima qualità, aglio e cipolla, con un importante contorno di verdure, bollite o grigliate, accompagnate da un pugno di riso bollito, tutto normalmente nello stesso piatto.
“E i vegetariani?” Fortunatamente, negli ultimi anni, sono nati tantissimi ristoranti di cucina vegan e vegetariana, ma nella cucina tradizionale, devo ammetterlo, carne e pesce sono i protagonisti indiscussi.
Trattandosi di un Paese antichissimo con quasi 10 secoli di vita e un’importante storia coloniale alle spalle, attraverso la cucina in Portogallo è ancora possibile ritrovare contaminazioni da diversi paesi.
Dall'Asia arrivavano la canna da zucchero e le spezie come pepe nero, zenzero, chiodi di garofano e il coriandolo. Un condimento quest'ultimo che merita qualche parola in più, visto il largo uso che ne viene fatto.
Lo ritroviamo fresco e in abbondante quantità in tantissimi piatti portoghesi.
Ha un sapore molto caratteristico, un misto tra dolce e piccante e, allo stesso tempo rinfrescante, con note che richiamano gli agrumi.
Se non siete fan di questo condimento, fate attenzione, le foglie ci ingannano, sono infatti molto simili a quelle del prezzemolo, nel caso non voleste nemmeno correre il rischio di incontrarlo nel piatto, potete chiedere una preparazione senza coriandolo, basterá dire sem coentro por favor :)
Arrivati a questo punto, spero abbiate lasciato lo spazio per il dolce, caffè e liquore, immancabili per chiudere il pasto come da tradizione.
Nelle trattorie i dolci sono serviti e preparati come i dessert classici delle nostre nonne, con una variante però sul numero delle uova e tuorli utilizzati, ancora elevatissimo.
Questa tradizione deriva dal XVI secolo, all’epoca monaci e monache usavano gli albumi per fare le ostie e inamidare le vesti. I tuorli rimasti, venivano utilizzati per fare i dolci.
Che soluzione divina!
Le porzioni sono abbondanti e servite senza troppe cerimonie.
Il caffè è molto buono, provate le miscele provenienti da varie parte del mondo e siate clementi, il corto all’italiana è difficile da ottenere, sebbene chiederete un caffè ristretto, vi arriverá sempre una quantitá abbondante di caffè da degustare.
Per chiudere in bellezza avete l’imbarazzo della scelta, potrete degustare un vino di Porto, o il vino di Madeira o ancora un Moscatel del Douro o di Setúbal.
Se invece preferite sapori più decisi, potreste provare l’acquavite bagaçeira o bagaço, un distillato di vinacce, cugino della nostra grappa, realizzato nelle zone del Douro, Bairrada Alentejo, Algarve e Minho.
Comments